Fiume venne costituita in uno stato indipendente. dei Serbi, Croati e Sloveni riconoscono la piena libertà ed indipendenza di Javorjudol, Zirj, Opale, Hlevische, Rovte, Hotedrazica al Regno dei Serbi, di Fiume, e precisamente al margine settentrionale dell'abitato di Rubesi pendici orientali del monte Porzen (quota 1631): una linea da determinare "Il Regno d'Italia e il I confini dei territori di cui agli articoli precedenti saranno tracciati "Messaggio per l'Italia" di Woodrow Wilson, pubblicato dalla stampa francese il 23 aprile 1919. Infine, Sforza dette istruzioni all'ambasciatore italiano a Belgrado di far presente al Primo ministro jugoslavo Milenko Vesnić, che l'evacuazione dell'Albania da parte delle truppe italiane, e la non annessione italiana di Fiume, costituivano due atti, da parte dell'Italia, che il governo jugoslavo doveva, giustamente, apprezzare. ARTICOLO VIII. La delegazione jugoslava era composta dal Primo ministro Vesnić, dal ministro Trumbić e dal Ministro delle finanze Kosta Stojanović. delegati del Regno d'Italia e per metà di delegati del Regno dei Nei due giorni successivi, si tentò ancora, da parte di Belgrado, di avvicinare gli ambasciatori inglese e francese, al fine di premere sui rappresentanti italiani, ma senza alcun esito. La mattina del 10 novembre, Sforza poté, dunque, insistere su tutti i punti richiesti, salvo che per l'isola di Lissa, che, inizialmente, faceva parte delle richieste italiane. Sua Maestà il Re dei Serbi, Croati e Sloveni ha nominato suoi Plenipotenziari uno in serbo-croato. il signor Milenko R. Vesnitch, presidente del Consiglio dei ministri ; Fatto a Rapallo, il 12 novembre 1920. I lavori del trattato di Rapallo del 1920 non furono semplici ma alla fine vinse l’idea di non far prevalere in assoluto il punto di vista di nessuno. Il trattato di Rapallo del 16 aprile 1922 fu un accordo internazionale concluso nell'omonima cittadina italiana tra la Germania e la RSFS Russa.. La conclusione dell'accordo avvenne al margine della Conferenza internazionale economica a Genova e fu sottoscritto dal ministro degli esteri della Repubblica di Weimar, Walther Rathenau, e dal suo omologo sovietico Georgij Vasil'jevič Čičerin. Le trattative durarono pochi giorni e il 12 novembre 1920, con la sottoscrizione del trattato di Rapallo, l'Italia e il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni stabilirono consensualmente i propri confini (fissati esattamente allo spartiacque delle Alpi Giulie) e riconobbero Fiume come stato libero e … Croati e Sloveni, il monte Prapretni (quota 1006) e gli abitati di Bresnik, Coordinate: 44 ° 20'10 "N 9 ° 13'10" E  /  44,33,611 mila ° N 9,21,944 mila ° E  / Trattato di Rapallo; Il cancelliere tedesco Joseph Wirth (2 ° da sinistra) con Krassin, Georgi Chicherin e Joffe della delegazione russa. Lavsevica, 2086 del Kuk ; dalle pendici nord-orientali del monte Mosic alle fra l'Italia, l'Austria e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, fino al Le trattative durarono pochi giorni e il 12 novembre 1920, con la sottoscrizione del trattato di Rapallo, l'Italia e il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni stabilirono consensualmente i propri confini (fissati esattamente allo spartiacque delle Alpi Giulie) e riconobbero Fiume come stato libero e … Sforza si disse favorevole alla costituzione di uno Stato indipendente fiumano, ma aggiunse di considerare essenziale un confine fissato sulle Alpi Giulie, coincidente con quello naturale tra i due Regni, e l'integrazione in favore dell'Italia di alcune isole adiacenti, quali Cherso e Lussino ed altre da definire. regolari raccordi stradali, l'uso delle rotabili suddette e del trivio ad Sono riconosciute del pari come facenti parte del Regno d'Italia le isole In fede di che, i Plenipotenziari predetti hanno sottoscritto il presente trattato. Nitti ottenne la fiducia il 12 luglio; nuovo ministro degli esteri fu Tommaso Tittoni. (la firma sulla definitiva "questione Fiume" e Dalmazia), da Sx: Stojanovic - Sforza - Sloveni in Italia. austro-ungarica il quale in virtù dei trattati di pace con l'Austria Immediatamente (12 settembre 1919), una forza volontaria irregolare di nazionalisti ed ex-combattenti italiani, guidata dal poeta Gabriele d'Annunzio, occupò militarmente la città di Fiume chiedendo l'annessione all'Italia. Il problema dell'applicabilità del Patto di Londra alla Dalmazia si manifestò già in piena prima guerra mondiale, il 20 luglio 1917, con la firma, sull'isola di Corfù, della cosiddetta dichiarazione di Corfù da parte del Comitato jugoslavo (formato da politici esuli dell'Impero austro-ungarico e che rappresentavano le etnie slovena, serba e croata)[2], con i rappresentanti del Regno di Serbia, e sponsorizzati politicamente da Gran Bretagna e Francia, sotto il principio dell'autodeterminazione dei popoli. quota 1146 ad est del Cifri (quota 1399), e raggiunga Cabranska, che rimarrà 3°) Le lauree o altri titoli universitari già conseguiti da cittadini ARTICOLO VI. a) dal Corpus separatum, quale attualmente è delimitato dai confini Affermò, infine, di essere disposto ad affrontare qualsiasi passeggera impopolarità nel suo paese, pur di difendere gli interessi permanenti dell'Italia e della pace tra i due Regni[6]. tutte le facoltà inerenti a queste libertà. raggiungimento di uno dei più alti fini della guerra da esso sostenuta Scheda bibliografica: http://www.libriantichionline.com/novecento/convegno_rapallo_12_novembre_1920_italia_jugoslaviahttp://www.libriantichionline.com a … ministro dell'interno ; Giovanni Giolitti, che successe a Nitti il 15 giugno 1920, ereditò da quest'ultimo la questione adriatica e il problema della definizione dei confini orientali. e con l'Ungheria e del presente trattato è riconosciuto come facente AA.VV. Il Regno d’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, desiderando stabilire tra loro un regime di sincera amicizia e cordiali rapporti, per il … Convinto che mai Roma avrebbe attaccato Fiume, mantenne la sua posizione e così fecero i suoi uomini, fino alla vigilia di Natale, alle sei di sera, quando il primo colpo di cannone sparato dalla corazzata Andrea Doria sventrò la residenza fiumana del poeta. Murray 22:48, 28 nov 2006 (CET)... Luresedoc--Luresedoc 13:48, 5 mar 2010 (CET) Suggerimenti. Quest'ultimo rimase illeso ma optò, il 31 dicembre, per la resa, dopo che negli scontri con l'esercito italiano della settimana precedente quasi cinquanta uomini, tra legionari, civili e militari del regio Esercito, avevano perso la vita (Natale di sangue). di Pietro Cappellari Il 12 Novembre 1920 veniva firmato, in un’incantevole villa di Rapallo, quel trattato internazionale che, per la prima volta nella storia, riconosceva i naturali confini dell’Italia già cantati da Dante, «Sì com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna» … Terminava così, dopo oltre un anno e mezzo di discussioni, […] 1562) : una linea da determinare sul terreno, con andamento generale ovest-est, Contemporaneamente però si ritrovarono entro i confini del Regno d'Italia, secondo i vecchi censimenti asburgici, anche 490.000 Croati e Sloveni (di cui circa 170.000 Croati e circa 320.000 Sloveni - di questi ultimi circa 190.000 risiedevano nei distretti di Tolmino, Gorizia-circondario, Sesana, Volosca, Idria e Fusine, Vipacco, Postumia e Bisterza, nei quali gli Sloveni rappresentavano la quasi totalità (99%) della popolazione.[9][10]). Leskova Polina e i bivii stradali di quota 912 ad ovest di Skodnik e di conferenza dovrà, nel più breve termine, sottoporre ai due Gli alleati rifiutano il Patto di Londra (che nel 1815 l'Italia firma in segreto con Inghilterra e Francia) e le concedono Trento e Trieste ma non la Dalmazia e Fiume che sono Iugoslave. gli abitati di Leskovza, Kopacnica e Zavoden al Regno dei Serbi, Croati i due Governi stipuleranno quanto prima una convenzione, che avrà parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, avranno il diritto di optare Mappa concettuale: Trattato di Rapallo (1920) In Italia la 1° guerra mondiale provoca la crisi della democrazia parlamentare. al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, e lasciando tutta la rotabile che, degli studi superiori che vengano compiuti da sudditi italiani nel Regno per fine di intensificare l'intimo sviluppo reciproco delle relazioni di e quello della Sava di Vurzen fino Fiume diventò dunque città e capoluogo di provincia italiano fino alla seconda guerra mondiale, ma non conseguì mai quel decollo economico che gli ideatori dello Stato Libero avevano ipotizzato[15]. Governi precise proposte su tutti gli argomenti atti a stabilire i più Era il 12 novembre 1920 quando Italia e Jugoslavia, al termine della Prima Guerra Mondiale, ridisegnarono i loro confini. Wilson individuava infatti quattordici punti per una pace equa tra le nazioni: tra essi la “rettifica delle frontiere italiane secondo linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra le due nazionalità” (punto 9); “un libero e sicuro accesso al mare alla Serbia”, e delle “garanzie internazionali dell'indipendenza politica ed economica e dell'integrità territoriale degli stati balcanici” (punto 11). da determinare sul terreno, che abbia andamento generale nordsud fino a (quota 1243), tocchi la quota 817 a sud-est di Suhova, passi a sud di Zidovje Il presente trattato è redatto in due esemplari, uno in italiano, Il Governo Giolitti V, indebolito dalle elezioni generali del 1921, rassegnò le dimissioni il 27 giugno 1921. al Griza (quota 502): una linea da determinare sul terreno, con andamento parte del Regno d'Italia. La sua visione della guerra era conforme a quella mazziniana e risorgimentale, secondo cui la dissoluzione dell'Impero austro-ungarico sarebbe stata ineluttabile, dovuta al risveglio delle nazionalità oppresse. monte Jalowez (quota 2643) : una linea da determinare sul terreno con andamento Zelse : una linea che dapprima costeggi ad ovest il fosso adiacente alla a nord della ferrovia, per Mattuglie ed il bivio di quota 377, ad ovest di Castua, conduce a Rupa, allo Stato di Fiume ; ad occidente : da una linea Nel maggio 1920, a Pallanza, il nuovo Ministro degli affari esteri Vittorio Scialoja iniziò i negoziati con i rappresentanti jugoslavi; tali colloqui non ebbero esito in quanto la controparte insisteva per la fissazione dei confini sulla cosiddetta “Linea Wilson”, che portava il confine a pochi chilometri da Trieste e - chiaramente - l'esclusione di Fiume dalle richieste italiane. il signor Costa Stojanovitch, ministro delle finanze ; Contro le invettive di Gabriele D'Annunzio e dei suoi sostenitori, l'Italia conserva l'Istria, Trieste e Gorizia e guadagna Zara, mentre la Jugoslavia annette il resto della Dalmazia; Fiume viene dichiarata città libera. al monte Tricorno (Triglav) (quota 2863); quindi lo spartiacque fra il bacino di cui agli articoli 1 e IV. pubblici degli Stati ai quali è succeduto il Regno dei Serbi, Croati dell'Isonzo e quello della Sava di Wochein (Bokinj), fino alle pendici nord-orientali e il comune censuario di Zara e i comuni censuari (frazioni) di Borgo Erizzo, di sincera amicizia e cordiali rapporti, per il bene comune dei due popoli della propria lingua ed il libero esercizio della propria religione, con Bibliografia: “Il Trattato Italo-Jugoslavo”, di Pier Luigi Benatti e Emilio Carta. File nella categoria "Treaty of Rapallo (1920)" Questa categoria contiene un solo file, indicato di seguito. Tutte le altre isole che appartenevano alla cessata Monarchia austro-ungarica La detta Sonnino aveva negoziato il Patto di Londra, ritenendo che la guerra sarebbe stata breve e l'impero asburgico sarebbe sopravvissuto. A cento anni esatti dalla stipula del Trattato di Rapallo del 1920, si può quindi percorrere questo tragitto tra i più classici del Tigullio impreziosito ancora di più da questo importante risvolto storico! che da Mattuglie scenda al mare a Preluca, lasciando la stazione ferroviaria scogli compresi nei confini amministrativi della provincia d'Istria, in Le elezioni di dicembre decretarono la vittoria dei socialisti e l'esecutivo fu affidato ancora a Nitti. Una delle prime iniziative adottate da Sforza, fu l'evacuazione delle truppe d'occupazione italiane in Albania, mantenendo una sola guarnigione sull'isoletta di Saseno. Il negoziato fu fissato a partire dal 7 novembre successivo, nella Villa Spinola (oggi conosciuta anche come "Villa del Trattato"), nel borgo di San Michele di Pagana presso Rapallo. Tale operazione fu attuata anche in vista di una normalizzazione dei rapporti italo-jugoslavi. APPENDICE DOCUMENTI per la cittadinanza italiana, entro un anno dall'entrata in vigore del presente ARTICOLO IX. In fede di che, i Plenipotenziari predetti hanno sottoscritto il presente trattato. Il trattato di Rapallo compie cento anni. La vita dello Stato libero di Fiume poté avere inizio. monte Porzen (quota 1631) alle pendici occidentali del monte Blegos (quota ll regno d’Italia ebbe Zara e gran parte dell’Istria. 12 novembre 1920. Rapallo, trattati di Il primo Trattato di R., cittadina in prov. raggiunga la rotabile Mattuglie-Castua a monte del bivio ad oriente di Mattuglie, - "CRONISTORIA DI UNA SCONFITTA", * * * * IL TRATTATO del monte Bevk (quota 1050) sino immediatamente ad ovest dell'abitato di raggiunga quindi sulla strada Fiume-Castua il confine nord dello Stato libero Nell'interesse dei buoni rapporti intellettuali e morali dei due popoli, Quest'ultimo, allo scoppio della prima guerra mondiale, era politicamente collocato nelle file dell'interventismo democratico. Clana e di Bresa all'Italia, e quello di Studenta al Regno dei Serbi, Croati Allo scoppio della Prima guerra mondiale, il Ministro degli affari esteri italiano Sidney Sonnino non si era reso conto della caratteristica di “guerra delle nazionalità”, intrinseca al conflitto, che pure era evidente nel casus belli, cioè l'Attentato di Sarajevo; né aveva compreso l'aspetto “planetario” del conflitto. limite del Corpus separatum, lasciando gli abitati di Serdoci e di Hosti Il 12 novembre 1920 a Rapallo ci fu un trattato tra l’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, con la quale è stato costretto quest’ultimo a rinunciare a parte del suo territorio sloveno e croato, dell’Istria, con la città di Zara, e le isole di Cherso, Lussino, Lagosta e Palagruza. dei Serbi, Croati e Sloveni, e da sudditi dei Regno dei Serbi, Croati e Il confine tra Regno d’Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni fu deciso con il trattato di Rapallo (Genova, 12 novembre 1920): l’Italia ottenne la città di Zara (in Dalmazia), il Litorale austriaco (ad eccezione dell’isola di Veglia), il Tarvisiano (già parte della Carinzia) e parte della Carniola occidentale. Il 10 settembre seguente Nitti sottoscrisse il trattato di Saint-Germain, che definiva i confini italo-austriaci (quindi il confine del Brennero), ma non quelli orientali. Fu proprio sulla questione legata alla città portuale che l'Italia aveva trovato la grande ostilità di Wilson, il quale, il 19 aprile, avanzò la proposta di creare uno stato libero di Fiume, spiegando che la città istriana doveva essere un porto utile per tutta l'Europa balcanica e che le rivendicazioni dell'Italia nei territori a est del Mare Adriatico andavano contro i quattordici punti da lui stesso fissati l'8 gennaio 1918 con l'obiettivo di creare una base per le trattative di pace, tanto da essere additate come "imperialiste". Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità, nel rispetto reciproco dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. il seguente confine dal monte Pec (quota 1511), comune alle tre frontiere Il Regno d'Italia e il Regno Dopo oltre tre anni di battaglie nel Triveneto, la situazione si risolse a favore dell'Intesa con la decisiva Battaglia di Vittorio Veneto, che iniziò il 24 ottobre 1918 e che fu vinta dalle truppe di Diaz contro le forze imperiali; a Padova, il 3 novembre 1918, fu firmato l'armistizio e le truppe italiane occuparono Gorizia (7 novembre), allontanando il reggimento sloveno in ritirata che aveva occupato i punti nevralgici della città, Monfalcone, Trieste (3 novembre), Capodistria (4 novembre), Parenzo (5 novembre), Rovigno (5 novembre), Pola (5 novembre), Fiume - che si era autoproclamata italiana - (4 novembre), e Zara e Sebenico, cercando di spingersi addirittura fino a Lubiana, ma venendo fermate nei pressi di Postumia dai serbi. e Sloveni, e i due passi di Podlaniscam all'Italia; dalle pendici orientali Cemo, Boccagnazzo, e quella parte del comune censuario (frazione) di Diclo 2°) II Regno dei Serbi, Croati e Sloveni conviene che gli Italiani, In caso di divergenza farà fede il testo italiano, come lingua nota a tutti i Plenipotenziari. (quota 660), quindi ad est di Griza (quota 502), lasciando gli abitati di pertinenti fino al 3 novembre 1918 al territorio della cessata Monarchia d'Italia come dello Stato di Fiume. nel territorio italiano, insieme alla strada rotabile svolgentesi sulle Il Regno d'Italia riconoscendo nella costituzione dello Stato vicino il D'Annunzio sottovalutò gli avvertimenti del governo. Jezero e Otok - al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, e le alture di quote Antecedentes. D'Annunzio, scortato dagli ufficiali dell'esercito italiano, tra cui l'eroe della prima guerra mondiale Pietro Micheletti, lasciò rammaricato Fiume il 18 gennaio, scegliendo di ritirarsi nella sua villa di Gardone Riviera, il Vittoriale. determinata da una linea che, partendo dal mare a circa 700 metri a sud-est La Dalmazia restò agli Jugoslavi. Trattato di Rapallo. (quota 2643) : una linea che segua lo spartiacque fra il bacino dell'Isonzo Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 3 set 2020 alle 08:16. Nella Capitale la “grana” fiumana era transitata dalla scrivania di Nitti, il dannunziano “Cagoja”, a quella di Giolitti, che presiedeva il suo ultimo ministero. b) da un tratto di territorio già istriano, delimitato come segue con gli isolotti adiacenti. sul terreno, con andamento generale nord-sud ; dalle pendici orientali del Tali richieste si rivelarono in controtendenza con i princìpi della Conferenza per la pace. DI RAPALLO - 12 NOVEMBRE 1920 Unec, Zelse e Rakek al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni; dall'abitato di con il distretto e la provincia della Dalmazia, e regolerà i vicendevoli In base al trattato di Rapallo 356.000 sudditi dell'Impero austro-ungarico di lingua italiana ottennero la cittadinanza italiana, mentre circa 15.000 di essi divennero sudditi del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. finora facente parte dello stesso comune, distretto e provincia, appartenente Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità, nel rispetto reciproco dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. Narrazione degli Eventi sul sito del Comune di Rapallo, Prima guerra mondiale § Partecipazione Italiana, Consiglio Nazionale degli Sloveni, Croati e Serbi, Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate, Bombardamento della costa adriatica del 24 maggio 1915, Evacuazione del Trentino e del Litorale austriaco, Valichi di confine tra Italia e Jugoslavia dal 1924 al 1941, Occupazione jugoslava dell'Istria e della Venezia Giulia, Modifiche territoriali e amministrative dei comuni, Allegato VI Trattato di Pace di Parigi del 1947, Allegato VII Trattato di Pace di Parigi del 1947, Allegato VIII Trattato di Pace di Parigi del 1947, Comunità degli italiani di Lussinpiccolo, Toponimi italiani della Liburnia, Morlacchia e Quarnaro, Amici e Discendenti degli Esuli Giuliani, Istriani, Fiumani e Dalmati, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Azienda autonoma delle ferrovie del Territorio Libero di Trieste, Bandiera del Territorio Libero di Trieste, Elezioni amministrative triestine del 1949, Elezioni amministrative triestine del 1952, Guardia di finanza del Territorio Libero di Trieste, Partiti politici nel Territorio Libero di Trieste, Targhe d'immatricolazione del Territorio Libero di Trieste, Iter della legge istitutiva del Giorno del ricordo, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Trattato_di_Rapallo_(1920)&oldid=115294556, Accordi diplomatici della prima guerra mondiale, Errori del modulo citazione - citazioni che usano parametri non supportati, Srpskohrvatski / српскохрватски, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. La bibliografia e … I lavori del trattato di Rapallo del 1920 non furono semplici ma alla fine vinse l’idea di non far prevalere in assoluto il punto di vista di nessuno. (ANSA) - GENOVA, 11 NOV - Il trattato di Rapallo compie cento anni. Infine, la città di Fiume, costituita in Stato indipendente, acquisiva uno status internazionale simile a un Principato di Monaco italofono sul Mare Adriatico[11]. della città e del distretto di Fiume ; Infine, superando anche le ultime riserve relative al passaggio di Zara all'Italia, la sera del 10 novembre, Ante Trumbić comunicò a Sforza di accettare le frontiere proposte dal governo italiano[8]. quanto come sopra attribuita all'Italia, e le isole di Lagosta e Pelagosa Boris Gombač, Atlante storico dell'Adriatico orientale, op.cit. I quali essendosi scambiati i loro pieni poteri, che sono stati riconosciuti Il Trattato di Rapallo è un accordo diplomatico sottoscritto il 12 novembre 1920 per porre fine al contenzioso per l'Istria. - Slovenski zgodovinski atlas - Nova revija - Ljubljana, 2011 -. Ma la mossa di Orlando non ebbe l'effetto sperato e, al suo arrivo nella capitale francese, il politico italiano trovò un clima decisamente ostile nei suoi confronti, tanto che si rese conto dell'impossibilità di proseguire sulla propria linea e rassegnò le dimissioni. cordiali rapporti economici e finanziari fra i due Paesi. «Il regno d'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, desiderando stabilire tra loro un regime di sincera amicizia e cordiali rapporti, per il bene comune dei due popoli (...) hanno convenuto quanto segue.», Il Litorale austriaco, poi ribattezzato Venezia Giulia, che fu assegnato all'Italia nel 1920 con il trattato di Rapallo (con ritocchi del suo confine nel 1924 dopo il trattato di Roma) e che fu poi ceduto alla Jugoslavia nel 1947 con i trattati di Parigi, Aree annesse all'Italia nel 1920 e rimaste italiane anche dopo il 1947, Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente all'Italia nel 1975 con il trattato di Osimo, Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo.

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