Lic. Non è lui come te? accompagni la tua persona, mio nobile patrigno. Grazioso Signore, spunta il ferro dei traditori, che vorrebbero far tornare questi giorni cruenti. che ha devastato i vostri campi e le vostre vigne feraci, tracanna come pastone il vostro sangue caldo e insedia il suo truogolo, nei vostri petti dilaniati – questo immondo maiale. come ho urlato io, saresti più comprensivo. Dio voglia, signori miei, che lo si rintracci. [S’inginocchia] O tu, di cui mi considero qui capitano. Vieni, mio figlio di sempre. Fredde stille di spavento coprono la mia carne tremante. Gli altri portateli via, e seppelliteli nei paraggi. Povero ragazzo, trasecoli. nel fior degli anni. Chi troppo dà di sproni è il Dal momento che mi lasciaste, signori miei, ho avuto il sonno più dolce e i sogni di più buon augurio. Guardalo bene in viso: dai suoi occhi non cade lacrima, se prega non fa sul serio. Giacere con le nostre spose? Ora le ferite domestiche sono chiuse; torna a vivere la pace. Signora, non lo so, né me ne importa un granché. per poco che ti si spinga in altra direzione. Va’. Il Duca di York bussa alla porta e grida. eppure no, poiché fu un bacio a suggellarla. t’induca la pietà a recitare il “Perdono”. Il meno caro di noialtri costa dieci soldi di troppo. Ma in questi eventi c’è sempre la mano del cielo. Ad ogni passo gemerò due volte: ho poca strada da fare. scaraventando lui a capofitto dal trono usurpato. alla fede data ai suoi figli e ai congiunti di sua moglie. (Gilda, Rigoletto, Coro) Scena V-VI Duetto: Tutte le feste al tempio I nostri spiriti non siano atterriti da sogni pettegoli: la coscienza non è altro che una parola usata dai vigliacchi. nella cieca caverna della notte eterna [Esce Catesby]. alle ali, dalla nostra cavalleria scelta. Atto IV Bel colpo di scena! per domani vendetta sulla testa di Riccardo. A Richmond Sta’ di buon animo, Richmond, poiché le anime offese. Quel brocco ha preso il pane dalla mia mano di re: questa mano l’ha fatto superbo, carezzandogli il collo. Una dozzina di costoro han giurato sul Vangelo. Il mio cuore non era in combutta con la mia mano. In breve, poiché il momento ce lo ingiunge, prepara le tue forze per domattina presto. Mia Gilda! Tamburo in lontananza. Paura, e non amore, ha generato il suo pentimento. Format: 3×CD, Year: 2001, Label: EMI Classics (5 67613 2), Barcode: 724356761322, Length: 2:26:21 Aida: Atto II, scena 2. “Che veggo! Non ama il veleno chi fa ricorso al veleno: ed io non amo te. reciprocamente impegnandosi per iscritto. L’hai pensata, la malefatta, o l’hai anche commessa? per vedere se qualcuno si prepara ad abbandonarmi. che ricadrà sul mio capo, e su quest’intera nazione gloriosa. Atto II Datemi carta e inchiostro. "Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Torni ad offrire le poppe di vecchia al figlio che tradì? Ho fatto pessimo uso del tempo, e il tempo fa pessimo uso di me. Exton, non ti dico grazie: tu hai perpetrato, con la tua mano nefanda, un’azione obbrobriosa. ché ora il tempo ha fatto di me il suo orologio. Divorziato due volte? Datemi una candela. Possa io opprimere col mio peso domani la tua anima…. in conflitto col Verbo. Introduzione – Riassunto Ha detto la verità. è giusto che Dio vi protegga come suoi soldati; dormirete in pace, una volta ucciso il tiranno; se vi battete in difesa delle vostre mogli. Cosa fai, impallidisci? Parla, riprendi fiato. Per quanto mi consta, signore, si faranno. Dio e angeli benigni si battono a fianco di Richmond; e Riccardo cada, al vertice del suo orgoglio. Così due che piangono insieme fanno un solo dolore. Avresti detto che le finestre stesse gridassero, tante eran le facce avide di giovani e vecchi, che dai davanzali lanciavano occhiate ardenti. Be’, è tutt’uno, quanto a questo. Così ti dono il mio cuore, così mi porto via il tuo. corpo consacrato. che manca a quelli della fazione avversa. Lo era, sciagurato, prima che la tua mano impugnasse la penna. RICCARDO II (1367-1400) re dal 1377 al 1399 (deposto) EDOARDO IV RICCARDO III 9 ATTO PRIMO SCENA I Londra. Le ore del silenzio scorrono furtive. Ti ringraziamo, nobile Percy, per la pena che ti sei dato. a mondare di questo sangue la mia mano colpevole. È così, mio buon signore; perciò abbiate pazienza. prima di chiudere le finestre degli occhi: nel sonno e nella veglia, oh, difendimi, sempre! Ha Bolingbroke. questa prigione dove vivo al resto del mondo. Pensami morto, e pensa che tu stai per darmi. Il mio cuore è dieci volte più lieve del mio aspetto. Ho puntato la mia vita su una giocata. Tu, mappa di ogni onore, tomba di Re Riccardo. [Esce]. Io andrò in pellegrinaggio in Terrasanta. Sciocco, parla bene di te stesso! la fine del tuo incubo. non posso farlo. Shakespeare Italia – [S’alza, si ritira nella tenda e si corica]. Dolce York, mio tenero sposo, non pensare una cosa simile. sarebbe troppo poco, ché tu l’hai aiutato a prendersi tutto. E l’ha detto due volte. o la mia vita disonorata vivrà nel suo disonore. che ha gli occhi sbarrati e appare stralunato? sanguinare! che poi, una volta sposato, si vive con lui troppo a lungo. È il mattino. Dio salvi Vostra Grazia. Mio buon Norfolk, affrettati alla tua postazione; scegli sentinelle fidate e vigila attentamente. possano non vivere sì da gustarne i frutti futuri. con ridente abbondanza e giorni radiosi di prosperità. Egli? Che credi… rimarranno tutti fedeli i nostri amici? Nessuno sa dirmi di quel perdigiorno di mio figlio? La speranza verace è rapida e vola con ali di rondine: tramuta in numi i re ed in re gli esseri più modesti. Nessun diritto riservato, Sonetti – The Sonnets. Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Lui parla con la bocca, noi dal profondo del cuore. che abbiano mai visitato una testa assopita. mentre le folle gridavano “Dio salvi Bolingbroke!”. Ne abbiamo altri, di figli? Ve ne scongiuro, Maestà. Il bene di cui sei prodigo si convertì in male. Cerca rifugio in Francia, vivremo sante vite, per conquistarci nel mondo a venire. Amico, oggi è il giorno dei Morti, non è vero? Atto I Atto Primo Scena Prima Una sala nella casa del Governatore. vorrà ospitare la sposa del legittimo Re. Di’ “Perdono”, o Re, e che la pietà t’insegni come dirlo: ché la parola è breve, ma ancora più dolce di quanto sia breve. Atto Terzo: Scena [I | II | III IV] | V] | VI] | VII] | VIII] Atto Terzo Scena Prima Una stanza da studio nell'abitazione di Renato. Non allearti al dolore, o donna leggiadra, non farlo. Che altro debbo dire, dopo quanto ho già dichiarato? Introduzione – Riassunto [Esce]. Violentare le nostre figlie? Quali combattenti di fama sono caduti dalle due parti? M’è parso che le anime dei corpi assassinati da Riccardo. e che l’abbandonerà nel suo estremo bisogno. Riccardo III Parlo quanto mi pare. Come, da me stesso? Alzati con l’allodola domattina, nobile Norfolk. Il mattiniero gallo del villaggio. Due volte: ci ha pure insistito. Cercatelo in tutta Londra, fra le taverne. Così la maledizione di Margherita piomba pesante sul mio collo: «Quando egli», disse, «ti spezzerà il cuore dal dolore, ricordati di Margherita che te l’aveva vaticinato!». Quinto atto. Elenco opere teatrali. Ed eccomi rimesso sul trono: solo che di lì a poco. Qui, piantate la nostra tenda proprio qui, sul campo di Bosworth. Riccardo II (The Tragedy of King Richard the Second) racconta la vita del re Riccardo II d'Inghilterra, ultimo dei Plantageneti. Così sia, e San Giorgio ci assista. e cada la tua spada dal filo smussato: dispera e muori. Escono. E in questo pensiero trovano una sorta di sollievo, caricando le proprie sventure sul dosso di quelli. Ha sorriso ed ha detto: «Tanto meglio per il nostro scopo». le preghiere di santi in cielo e di anime offese. Moglie, tu sei una sciocca. Per l’apostolo Paolo, delle ombre stanotte, hanno suscitato più terrore nell’anima di Riccardo, di quanto possa farlo la realtà di diecimila fanti. Sì, lo sono io! Ditelo in francese, o Re: dite “Pardonne moi”. Dio ti faccia rigenerare. Lui penserà che tu, che conosci il sistema, di insediare re senza diritto, lo richiamerai alla memoria. la nostra città di Cirencester, nella contea di Gloucester. Tradimento, vile tradimento! dove, se vi piace, possiamo ora ritirarci. Che cosa ha detto di Richmond Northumberland? Oh, nel combattimento, pensa a Buckingham. t’incoraggi, nel sonno. e qui io ho un orecchio talmente affinato. su cui vorrebbero indugiare amici da tanto separati. [Aumerle chiude la porta a chiave.] Deputati, Gentiluomini, Popolani, Uffiziali; sul dinanzi Samuel, Tom e loro Aderenti - tutti in attesa di Riccardo. Vado subito dal Re. e la tua spada cada col filo smussato; dispera e muori. dopo che un loro attore favorito lascia il palcoscenico. Esce. Escono. ed egli farà sperpero del mio onore col suo disonore. Allora, non si degna di splendere, giacché, secondo il libro. Piano, non è stato che un sogno. Di nuovo, addio: sii prode e buona fortuna. io odio chi l’ha ucciso ed amo lui, l’ucciso. Atto I Riccardo, tua moglie, la sventurata Anne. Gran Dio del Cielo, di Amen a tutto questo! Vi scongiuro, perdonatemi, ma non posso mostrarla. La mia pazienza è inacidita, ne ho più che abbastanza. con Bolingbroke che cavalcava Berbero, il tuo roano. Ehi! Atto V, Introduzione al teatro di Shakespeare nelle strade di Londra, al giorno dell’incoronazione. sugli elmi usurpatori dei nostri avversari; fa di noi i ministri della tua punizione. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice. Picchialo, Aumerle! ma raddoppiare la forza di un unico perdono. Poi però l’opprimente miseria. le teste di Oxford, Salisbury, Spencer, Blunt e Kent. le nostre, autentica fede e profonda onestà. e gli ho detto dei tornei che si tengono a Oxford. ai mesti accenti delle tue toccanti parole. Entrano la Regina con le dame del seguito. di cui risponderò con la mia povera vita. Misericordia divina, che azione proditoria! mantenuto a lungo in Bretagna a spese di nostro fratello? Partitura Riccardo I, re d'Inghilterra di G. F. Haendel Riccardo I, re d'Inghilterra melodramma, 16 maggio 1727, Londra, King's Theatre in the Haymarket - HWV 23 si trova in questo momento, a quanto apprendiamo. I pensieri che aspirano alla rassegnazione si consolano. Sciocco, non ti lusingare. Mai prima d’ora ho atteso così una parola. Ha violentato il tuo cuore? Nel primo caso, per quanto esecrabile sia. caro Blunt, trova qualche maniera conveniente per parlargli. Dorme. È ora di cena, monsignore; sono le nove. Innanzitutto, auguro ogni bene alla tua sacra Maestà. se mi rialzo o apro bocca prima di avere il perdono. ma non una buona parola né un principesco favore. come per dire, “Come vorrei che fossi tu l’uomo, capace di liberare il mio cuore da questa ossessione!” –. Ma per accordare il mio regno ai bisogni del tempo. Fosse venti volte mio figlio. per venire qui, adorna come il dolce maggio: là rimandata come il dì d’Ognissanti, il più breve dell’anno. per non vendicarmi? hanno battuto sulla loro stessa terra, pestato e tartassato. Questa è la strada che porta. e questa sarà la formazione delle truppe: l’avanguardia si disporrà tutta per il lungo. Mettila lì. Atto III Ogni conforto che la buia notte possa fornire. Insegni al perdono ad annullare il perdono? La Traviata Atto I Scena V (è Strano) Atto I Scena V(Folle) Orch. Il Re passerà di qui. (“Richard III” – 1591 – 1594) vivrà un fellone, e un suddito fedele è giustiziato. ma io dico che può portare chi è savio alla follia. TITOLO: Riccardo II AUTORE: Shakespeare, William TRADUTTORE: Raponi, Goffredo CURATORE: NOTE: si ringrazia il Prof. Goffredo Raponi per averci concesso il diritto di pubblicazione. che mi porta del cibo, per prolungare la mia disgrazia? Quindi t’informo di aver mandato a Londra. Benvenuto, figlio mio! Scorrerie. Aiuto, mio Sire, in nome di Dio fatemi entrare! La tua opera, Fitzwater, non sarà dimenticata. “perdono” sarebbe la prima parola da te pronunciata. Riccardo II Di che si tratta, Aumerle? Clamori marziali. Quel che la lingua non osa, lo dirà il mio cuore. Atto III Mia buona regina di un tempo, preparati a partir per la Francia. Riccardo III è l'ultima di quattro opere teatrali nella tetralogia minore di William Shakespeare sulla storia inglese: conclude un racconto drammatico cominciato con Enrico VI, parte 1 e continuato con Enrico VI, parte 2 e Enrico VI Atto V, © No copyright - e tu, santo re Enrico e il tuo diletto figlio Edward, tu, Vaughan, e tutti coloro che sono periti, per occulta, corrotta e nefanda iniquità –, se l’anime vostre, corrucciate e inquiete. Re degli animali, davvero! Entrano re Riccardo, Ratcliffe, Norfolk e Catesby [con soldati del seguito]. e immantinente vestitevi di nere gramaglie. Sovra un caminetto di fianco due vasi di bronzo, rimpetto a cui la biblioteca. Ebbene, che importa a me, più che a Richmond? Gesù, misericordia!.. Gli hanno ucciso il cavallo, ed egli si batte a piedi. Tanto basti, di ciò. Intendeva il Re a Pomfret. per combattere contro questo infame assassino. in te nobili vampate d’onore ho riscontrato. cercando Richmond nella gola della morte. Se gli concedi la grazia, non ne verranno che mali. accigliato su me, guarda con occhio triste anche lui. Nessun “Dio salvi!”. Voglio vederci chiaro. una sentenza di morte li incalzerà alle calcagna. L’anima della cospirazione, l’Abate di Westminster. Così sospiri, e lacrime, e gemiti, scandiscono i minuti, i quarti e le ore; mentre il tempo mio. Mandate a chiamare lord Stanley; ordinategli d’accostarsi con le sue forze. La prole di re Enrico, Richmond ti fa coraggio. Si faranno, le giostre e i tornei? per avventure temerarie e sicura distruzione. Esce Ratcliffe. e allungherò il percorso con la morte nel cuore. e m’ha dato sul serio ciò ch’io chiesi per burla. Va’ con Caino a vagare nell’oscurità della notte. Bene, son soddisfatto. Alti e nobili sono i tuoi meriti, e ben lo sappiamo. No. John, duca di Norfolk, Walter, lord Ferrers; Sir Robert Brakenbury e Sir William Brandon. Aida: Atto II, scena 1: “Chi mai fra gl'inni e i plausi” (Schiave, Amneris) orchestra: New Philharmonia Orchestra ( London orchestra, known as New Philharmonia Orchestra from 1964-1976 ) In alto, in alto, anima mia! Sei o sette mila al massimo, saranno le loro forze. La coscienza di ciascuno di noi vale mille uomini. inoltrandoci senza impedimenti nelle viscere del paese; e qui riceviamo dal nostro patrigno Stanley. e se non altro fa a brani la terra, a sfogare la rabbia. Pronuncia il “perdono” così come s’usa nel nostro paese: questo francese a doppio taglio non lo comprendiamo. Farabutto, la tua mano mi offre lo strumento della tua morte. Nelle tediose notti d’inverno siedi accanto al fuoco, con dei bravi vecchietti, e fatti narrare gli eventi. squadravano ostili il nobile Riccardo. La fortuna e la vittoria si posino sul tuo elmo! Riccardo: atto IV, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber Riccardo II „Il Moro è franco e leale e giudica onesti tutti gli uomini, anche quelli che solo all'apparenza sono tali.“ A Bolingbroke abbiamo, da sudditi, giurato fedeltà: del suo potere voglio onorare, per sempre, l’autorità. Così la mia virtù farà da mezzana al suo vizio. E tu, come uno scolaretto. prima che il bubbone di tale misfatto, fattosi maturo, che se lui dividesse il reame per dartene metà. Fammi vedere, ti dico. Dio e le nostre armi siano lodati, amici vittoriosi: la giornata è nostra; il cane sanguinario è morto. Le mie ginocchia mettan per sempre radici a terra. dove i malanni e un freddo da brividi infestano l’aria; mia moglie in Francia, donde partì in gran pompa. (“Richard II” – 1595) mi convince che me la passavo meglio da re. Vuole o no portarmi le sue truppe? è un ben raro gioiello, in un mondo così saturo d’odio. Don Giovanni K527, Atto Primo, Scena Terza: Or Sai Chi L'onore (Donna Anna) Cheryl … di personaggi irrequieti quanto la gente di questo mondo: poiché nessun pensiero è mai contento. Di che si tratta, zio? continua a segnare il tempo, nettandoli delle lacrime. Dammi una coppa di vino. Tre mesi interi sono passati da quando l’ho visto l’ultima volta. In marcia! che abbiate qui sorpreso un pigro dormiglione. Dunque, re Riccardo si rifiuta di lasciare che gli parli? Stanotte mi coricherò qui…. – Non ha rotto il collo. o rischi di esser reciso prima di sbocciare. quando non tiene il ritmo e non rispetta il tempo. Spedisci un araldo d’armi al reggimento di Stanley. vanno ritmando sul quadrante dei miei occhi; mentre il mio dito, come la punta della lancetta. che è la campana. Il tuo occhio comincia a parlare: lo accompagni la lingua.

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